Citazioni
«Alcuni dicono che è l’acetosa, altri il coccus, ma è falso poichè Mesue fa un capitolo a parte di rob de ribes (vino o mosto o qualunque succo cotto fino quasi a solidificazione - dal Dizionario delle Pandette) - Serapione, su autorità di Isaac Benaram: il ribes è una pianta con rami rossi declinanti al verde - foglie grandi, larghe, rotonde, verdi - ha dei grani di sapore dolce acidulo - questa pianta nasce sui monti della Siria freddi e innevati - alcuni medici ritengono che sia chiamata lapazio o il grano acidulo che si porta dal Corasceni, ma tutti si sbagliano».
[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 608, Ribes]
La presenza dei viticci, nella descrizione di Serapione riportata da Mattioli (ma non da Silvatico), è l’unico ostacolo all’identificazione della pianta trattata in questo capitolo con il Ribes multifloro.
«Hammi questa ridotto à memoria quella altra sarmentosa pianta taciuta da gli antichi, che produce le frondi vitiginee, quasi di figura e grandezza di quelle del popolo bianco: e il frutto rosso, quando è ben maturo, in grappoletti, come fa il crespino: i cui acini sono tondi, poco maggiori della granella del pepe, di sapore brusco, e dolce mescolato. Le cui piante son fatte hoggi volgari ne giardini per intessere le siepi, che compartono gli ambiti del terreno. Credonsi alcuni, che sia questo arbuscello il Ribes de gli Arabi il che a me non corrisponde: percioche (secondo che scrive Serapione) è il RIBES una pianta, che produce i vitici, overo i capriuoli, di colore, che nel verde rosseggia, e le frondi larghe, grandi e tonde. Le quali note veramente non corrispondono alla sopradetta pianta: imperoche ne vitici, ne tali fronde produce. Il frutto però è assai simile al Ribes: percioche si sente al gusto acetoso, parimente e dolce, coem dice esser Serapione quello del Ribes.» (Da I Discorsi di P.A. Mattioli, capitolo «Della Oxiacantha», p.110).
