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Thlaspi arvense L. - Erba Storna Comune

Il nome generico (Thlaspi) ha una origine ellenica nel vocabolo (è un verbo) ”thlaò” (= io schiaccio, comprimo), alludendo probabilmente alle forme discoidali appiattite del frutto di questa pianta molto più evidente del fiore stesso. Mentre il nome specifico (“arvense”) fa riferimento al suo habitat tipico: nei campi. Sostanze presenti: solfuro di allile, “rodoballile”, “mirosina” e sinigrina. Proprietà curative: anticamente i semi si usavano per chiarificare il sangue col nome di ”Semen Thlaspeos”. Altre proprietà curative (sempre per la medicina popolare) sono: diuretica (facilita il rilascio dell'urina), febbrifuga (abbassa la temperatura corporea), antibatterica (blocca la generazione dei batteri) e antireumatica. Le giovani foglie possono essere usate come insalata (ma non in quantità abbondante in quanto sono abbastanza amare). Possono essere anche mangiate cotte. I semi hanno un gusto simile alla senape.

Citazioni

«Cresce nei luoghi umidi - frutice lungo un cubito - foglie piccole simili all’iposelino - Serapione: c’è un nasturzio dei tetti e uno orientale - quello dei tetti ha foglie strette e lunghe due dita e alla fine acute, divise e pingui - si estendono sul terreno ed hanno al centro uno stelo di due palmi, con pochi rametti sui quali ci sono delle palline con sommità densa, nelle quali c’è il seme, simile al seme di nasturzio, il cui aspetto è come quello della rutela, così è schiacciato - l’orientale è pianta lunga due braccia, rami sottili e molti, foglie simili al seitaragi, ma più bianche e molli - in cima ai rami ci sono capitelli simili alla pianta actis - fiori bianchi, seme usato invece del pepe nei cibi - Ma il nasturzio comune è migliore di quello che viene da Babilonia».

[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 137, Cardamus]
La descrizione morfologica e i nomi utilizzati per definire il semplice suggeriscono di identificare, per questo capitolo, più specie vegetali.



Il Nasturzio dei tetti e il Nasturzio orientale di Serapione potrebbero essere identificati rispettivamente con l’Erba storna comune e il Cardamomo



Cfr. c.116 (Cacolla); c.358 (Herochalchay), c. 677 (Thalaspium). In appendice è riportata la traduzione integrale di questo capitolo.
«Dioscoride: nasce sui tumuli e nelle strade e sopra le tegole - erba piccola, foglie strette, lunghe due dita e al sommo divise e pingui - sporge uno stelo di due palmi al centro con pochi rametti, sui quali porta un seme largo, simile al cartamo, tondeggiante e come schiacciato - fiore biancastro purgante».

[cit. Mattheus Sylvaticus, Opus Pandectarum Medicinae, Venezia 1523, c. 677, Thalaspium]

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Thlaspi arvense L. - Erba Storna Comune

Pianta
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